L’adozione di nuove politiche fiscali

Per il rilancio dell’economia europea sarà fondamentale l’adozione di misure che promuovono la green economy per crescita e occupazione

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Le politiche fiscali verdi, un nuovo approccio all’economia:

Per capire questi futuri cambiamenti, iniziamo parlando dei primi due concetti alla base del contesto, ovvero: che cosa sono le politiche fiscali e quali cambiamenti avverranno ex-post pandemia. In primo luogo, la politica fiscale è, per definizione, l’insieme degli interventi di politica economica che permettono all’uomo politico di influenzare la domanda aggregata (cioè l’insieme delle spese in consumi ed investimenti da parte dei consumers), per ottenere effetti sul reddito tramite variazioni della spesa pubblica ed imposizione fiscale (ndr). In secondo luogo, abbiamo il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (di cui vi abbiamo parlato qui) che, con i 221,5 miliardi di euro, ha lo scopo di soddisfare degli obiettivi, attraverso investimenti e pacchetti di riforme. In particolar modo, sono stati allocati 57 miliardi in rivoluzione verde e transizione ecologica.

Il periodo pandemico, gli interventi verdi di politica fiscale:

Considerando la spesa globale, quella verde è ancora bassa, nonostante qualche lieve miglioramento nel corso del 2020. La maggior parte dei paesi europei sta orientando una quota parte della spesa pubblica in direzione della sostenibilità ambientale. L’Italia, ancora una volta è ultima in investimenti verdi. L’UE col Recovery Resilience and Facility (RRF) ha posto quale requisito che il 37% delle risorse di quest’ultimo saranno indirizzare a finanziare gli investimenti verdi. Invece, al fronte americano, l’amministrazione Biden, ha proposto un piano per il clima pari a 1.7 mila miliardi di dollari (una spesa nettamente maggiore rispetto a quanto investito in Afghanistan, ndr) da spendere nei prossimi 10 anni. Lo scenario pare evidente, il mondo sta rivolgendo l’attenzione in un’ottica verde, rinunciando a quel ambiente grigio e rosso; la strada è ancora lunga, poiché gli investimenti green deve aumentare in quantità e qualità, così anche le mansioni e le visioni green.

Gli obiettivi verdi a breve e lungo termine:

A fine 2020 (ritenuto l’anno più caldo mai registrato, ndr), l’UE ha posto in essere una pianificazione a lungo termine, ovvero di ridurre, entro il 2030 le emissioni di gas serra di almeno il 55% rispetto ai livelli di fine novecento. L’istituto protagonista di queste operazioni è la Banca Europea per gli Investimenti, o BEI, che affronterà questa sfida con il suo potere finanziario.

Lo scorso 24 marzo 2021 si è tenuto l’Investing in Climate Action, un evento presenziato da alcuni leader mondiali, col fine di condividere i piani per attuare le politiche interne/fiscali necessarie per coordinare le varie iniziative green. Infatti, l’azione per il clima richiede una serie di cambiamenti strutturali di vasta portata e, come già sopra citato, investimenti estremamente elevati in tutto il mondo. Questo perché solo l’Europa rappresenta almeno il 9% delle emissioni globali, quindi l’azione “blu” non sarà adeguata per l’attuazione del riscaldamento globale.

Vi sono, dunque, alcuni cambiamenti da intraprendere, cioè: sostenere un Green Deal Globale; garantire tecnologie pulite, avanzate ed adottate nella maggior parte dei sistemi economici; aumentare la diffusione delle energie rinnovabili (queste ammontano al 40% contro quella buona parte del mondo che usa elettricità generata a carbone); avviar programmi di elettrificazione verde in Africa e programmi di decarbonizzazione industriale in Asia. Insomma, bisogna far posto ad un’economia circolare, con l’unione di governi, imprese e consumers.

A cura di Emanuele Piccinella

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