Prezzo dei carburanti: cosa sta succedendo e come si formano
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Il vertiginoso aumento del prezzo della benzina dell’ultimo periodo sta portando sempre più vicino alla soglia psicologica dei 2 euro al litro nelle principali aree di servizio; risulta probabile che il diesel seguirà la stessa strada nei prossimi giorni con un nuovo rincaro. L’ incremento registrato è già del 22.3% rispetto all’ anno scorso, un dato che fa davvero tremare l’ economia, considerando che poco meno di un anno fa il prezzo medio del diesel si aggirava sui 1,35€ ed ora invece sui 1,65€.
Carburanti, il perché un aumento così repentino:
La crescita degli ultimi giorni segue un trend iniziato già da diversi mesi causato dalla lenta ripartenza dell’economia post Covid e sopratutto l’impatto delle tensioni internazionali in cui stiamo versando.
Come ovviamente è noto il prezzo del carburante è legato al mercato del petrolio, mercato che è profondamente correlato alla geopolitica. Negli ultimi giorni a causa della militarizzazione alconfine tra Ucraina e Russia (secondo produttore mondiale di greggio, ndr) i rapporti di quest’ultima con l’Europa stanno peggiorando, quindi il prezzo del greggio è aumentato fino a 90 dollari al barile, valore più alto dal 2014, e con esso il rialzo il prezzo di benzina e diesel.
Proprio oggi, 2 febbraio, si terrà la riunione dell’OPEC (l’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, ndr) con la quale si cercherà di porre un limite al rialzo. Secondo le fonti dell’agenzia Reuters la strategia sarebbe quella di aumentare la domanda di barili giornalieri con conseguente abbassamento dei prezzi, ma la stessa fonte risulta abbastanza scettica sulla riuscita, confermando alla fine gli importi già previsti.
Carburanti, come si forma il prezzo:
Ad oggi in Italia il costo medio al litro di benzina da servito è di 1.918 euro, oscillando tra i diversi marchi dagli 1,859 euro agli oltre 2 euro, mentre quello del diesel varia dai 1,739 agli 1,866 euro/litro (principalmente nelle aree di servizio autostradali); questi sono i dati pubblicati da Quotidiano Energia elaborati sulle comunicazioni dei gestori all’Osservatorio del ministero dello Sviluppo economico.
Le tariffe sono relativamente più basse scegliendo la modalità self-service con una media di 1,788€ per la benzina e 1,661€ per il diesel; uno scarto di circa di 10 centesimi al litro per il servizio di rifornimento servito offerto dalle imprese petrolifere a cui noi rinunciamo.
In questi prezzi finali sono incluse anche due tassazioni: l’IVA e le accise.
L’IVA è del 22% come da aliquota ordinaria e come nella stragrande maggioranza dei prodotti e servizi acquistati, mentre l’accisa presente su tutti i derivati del petrolio è del 41% per la benzina e del 37,5% per il gasolio.
Essendo proporzionali, con il rincaro della materia prima e quindi della base imponibile, l’Erario dello Stato sta vivendo momenti particolarmente proficui. La Cgia (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato) ha stimato che nel 2021 l’Erario dello Stato ha incassato un maggior gettito di circa un miliardo di euro.
Sulla questione fiscale afferma inoltre:
“Se poi teniamo conto che questa base imponibile contiene anche le accise questo è un tipico esempio di doppia tassazione, ovvero di una “tassa sulle tasse”“.
Carburanti, le conseguenze del rincaro:
A pagarne le conseguenze sono i consumatori medi, ma principalmente le imprese di trasporto; infatti il mercato dello spostamento merci su gomma ha un ruolo cruciale nel nostro Paese, considerando che circa il 70% di merci si spostano con automezzi. Secondo le misurazioni condotte dall’ufficio studi della Cgia di Mestre, per un mezzo pesante da oltre 11 tonnellate oggi un pienocosta all’ incirca 150 euro; esaminando che un tir percorre mediamente 100 mila chilometri all’anno e consuma 3,5 litri circa al chilometro, a confronto con i prezzi di un anno fa, un autotrasportatore ha subito un incremento nel costo del carburante di quasi 8.600 euro per ogni singolo automezzo.
Analizzando questi dati scoraggianti, la Confederazione chiede così al governo di sfruttare il “tesoretto” da 1 miliardo di euro inserito nella legge di Bilancio 2022. La cui finalità dev’essere quella di aiutare chi utilizza quotidianamente un autoveicolo per ragioni professionali (autotrasportatori, taxisti, autonoleggiatori, agenti di commercio, etc.), aumentando il credito d’imposta sui carburanti ed evitando così una crisi in tale settore che potrebbe risultare deleteria.
A cura di Emanuele Mulo