Denatalità e assegno unico

Il funzionamento del primo passo del Family Act, lotta per l’inversione del Trend demografico italiano

[Reading Time: 3 min]

L’assegno unico rappresenta uno dei primi passi per l’applicazione del Family Act, avendo l’obiettivo di sostenere la genitorialità e di contrastare la denatalità, diventata ormai un problema centrale per l’intero paese.

Trend demografico, le stime sui prossimi 20 anni:

L’Italia è un paese vecchio”, si sente spesso dire, questo perché sta registrando un tasso di crescita delle nascite minimo, soprattutto negli ultimi anni. Questo fenomeno è stato tanto eclatante  da essere preso in considerazione anche dal Papa che, in un  Angelus, ha descritto come spesso ad oggi una coppia preferisce tenere un animale domestico e trattarlo come un figlio piuttosto che farne uno vero.

Le stime Istat sui prossimi 20 anni risultano davvero poco rassicuranti, si ritiene che nel 2040 il 23% delle coppie con figli sparirà a favore di un aumento considerevole dei single, che raggiungeranno il 40% dei nuclei anagrafici. L’incremento dell’instabilità delle coppie e la diffusione delle famiglie allargate, già in aumento, raggiungerà numeri ancor maggiori, delineando un futuro sempre più frammentato per le famiglie. Per questo l’assegno unico, quale applicazione del Family Act, potrebbe giocare un ruolo chiave come aiuto e un incentivo per i futuri genitori.

Family Act, Che cos’è l’assegno unico:

Dal primo gennaio 2022 si può richiedere l’assegno unico erogato dall’Inps, a partire da marzo saranno accreditati sul conto corrente di tutti i richiedenti, ogni mese, i corrispettivi spettanti. L’assegno unico sostituisce gli assegni familiari, ma con la differenza fondamentale che i nuovi non saranno erogati solo a coloro che svolgono un lavoro dipendente ma anche ai liberi professionisti e a tutti coloro che hanno figli a carico, motivo per cui l’assegno unico è detto universale.

L’assegno unico spetterà ai genitori dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni. Per i figli maggiorenni ls condizione è che siano studenti, tirocinanti, disoccupati in cerca di lavoro, lavoratori con reddito complessivo inferiore a 8 mila euro, ciò non vale per i ragazzi che hanno delle disabilità.

L’importo accreditato viene calcolato in base al modello Isee, indicatore della situazione economica equivalente, ed è in base a questo che si formano le diverse fasce di reddito a cui spettano diversi importi dell’assegno.

La più bassa è di 15mila euro, partirà da un contributo massimo di 175 euro per il minore e di 85 euro per i figli tra i 18-21 anni. 

La fascia più alta invece comprende tutti quei redditi che ammontano o superano i 40 mila euro, qui si partirà da un contributo massimo di 50 fino ai 25 euro.

Per i nuclei familiari con quattro o più figli è riconosciuta una maggiorazione forfettaria pari a 100 euro mensili per nucleo e per le madri di età inferiore ai 21 anni è prevista una maggiorazione fissa pari a 20 euro mensili per ciascun figlio.

A cura di Imma Galluccio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *