Le sfumature rosse, arancioni e gialle del nostro Paese sbiadiscono: dal 28 giugno l’Italia è in zona bianca
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Un’economia all’italiana
L’economia italiana è sempre stata caratterizzata da una peculiarità, ovvero: il GAP. Il termine GAP significa divario, dislivello. Infatti, i numerosi GAP, che riguardano l’Italia, toccano tutti i settori economici. A partire dalla produttività e salari nominali, per continuare con gli investimenti, la concentrazione delle grandi e medie imprese, l’accesso al credito ed arrivando, infine al turismo. Possiamo notare quindi una spaccatura nella nazione, un Nord diviso dal Sud non per motivi etnici, dialettici o, ad esempio, per la passione calcistica. L’Italia è divisa poiché non esprime un’attività economica omogenea per ogni metro quadrato.
I cavalli che trainano l’economia italiana
L’economia italiana negli ultimi decenni ha posato lo sguardo al settore dei servizi, che rappresenta quasi i tre quarti del valore aggiunto tricolore. Tralasciando: le dipendenze del settore energico (gas e petrolio), la prevalenza delle PMI (Piccole Medie Imprese), nel territorio, e una scarna educazione finanziaria. Ritornando a quanto sopra citato, emerge chiaramente che l’economia del paese è basata su un settore terziario così diviso: 25.6% commercio, 3.4% trasporti e logistica, turismo e comunicazioni 10.4% e altri servizi coprono il 10.6%. Il turismo è quindi uno dei cavalli principali che traina l’economia italiana (anche in questo caso sussiste un GAP tra nord e sud Italia, ndr.).
Gli impatti della pandemia ai settori italiani
La pandemia da SARS-COV-2 ha affossato l’economia globale del mondo; ma in particolar modo in Italia, il coronavirus ha abbattuto turismo e costruzioni. A causa del lockdown, si sono registrate perdite sul capitale per settore economico; infatti, parlando in termini percentuali: il turismo ha subito una perdita pari al 26.4%; le costruzioni 17,4%; auto e trasporti il 14.1%; arte e cultura 5,1% (secondo cavallo che traina l’economia italiana, ndr.); retail 8.7% ed infine, ma non meno importante, l’economia sociale ha subito una perdita netta pari all’8%. Si tratta di dati, raccolti da quel fatidico giorno in cui, l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, l’Italia è entrata in lockdown; dati che possono cambiare a partire dal 21 giugno 2021, il giorno in cui il nuovo presidente del consiglio, l’economista e professore Mario Draghi, ha dichiarato il passaggio di tutta l’Italia in zona bianca (ricordiamo che la Valle d’Aosta è ancora gialla a data da destinarsi).
Arrivano le vacanze
Un italiano su due ha l’intenzione di dimenticare questo anno di lockdown con una piacevole vacanza. Ovviamente, la disponibilità economica è il primo fattore che azzera l’intenzione di andare in vacanza, il secondo fattore è il rischio di contagio. Trascurando quest’aspetto, le attuali analisi, informano che quattro italiani su dieci hanno preferenza di scegliere la regione di residenza per le vacanze, la parte restante preferisce una regione diversa. Emerge un dato chiaro e importante, almeno il 90% degli italiani resterà in Italia, tutto questo comporterà ad una ripresa dei valori negativi generati durante la pandemia. Ancora, l’arrivo delle vacanze segna quasi la fine di un incubo e il ritorno ad una presunta normalità.
A cura di Emanuele Piccinella.