La Digital Tax, l’imposta per i giganti del web

La Digital Tax è un’mposta rivolta alle multinazionali che operano online; in particolare, si tratta di una proposta di legge diretta alla regolamentazione dell’imposizione sui redditi di aziende derivanti dalla fornitura di servizi digitali.

L’intento è quello di tassare i colossi del web come Facebook, Amazon e Google che producono reddito nel territorio dello Stato. Più nello specifico, per l’Italia è previsto il versamento del 3% dei ricavi derivanti dalle prestazioni di servizi digitali erogati nello Stato per le multinazionali che hanno almeno 750 milioni di fatturato, di cui almeno 5,5 registrati nel territorio italiano.

Da oltre 5 anni l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione Sviluppo Economico), e più recentemente il G20 si stanno adoperando per una riforma della fiscalità internazionale riguardante l’implementazione di una Minimum Tax globale e soprattutto l’adozione di una Digital Tax.

Digital Tax, scontro USA-UE

All’inizio del 2020 i negoziati hanno subito una battuta d’arresto dovuta all’abbandono delle trattative da parte degli USA. L’ex presidente Trump riteneva infatti di prioritaria importanza le questioni economiche legate alla pandemia da Covid-19, e inoltre, considerava discriminatoria l’adozione di una Digital Tax nei confronti dei colossi americani.

Questa visione discriminatoria, ha portato Trump all’imposizione di dazi sull’esportazioni di merci provenienti dall’Italia e da altri paesi UE per un ammontare di circa 385 milioni di dollari.

Con la nuova amministrazione Biden però le cose sembrano cambiare, infatti il neopresidente ha riaperto i negoziati per cercare un accordo su una possibile Digital Tax globale. Inoltre, è stata annunciata la scorsa settimana la sospensione dei dazi per un periodo di 180 giorni, motivando questa decisione annunciando l’impegno da parte del presidente USA nel ricercare una soluzione condivisa in sede OCSE e in ambito G20.

Nonostante i negoziati e il riconciliamento dello strappo USA-UE, la Digital Tax sembra incontrare difficoltà soprattutto nel nostro Stato. Il ministro dell’economia Daniele Franco ha annunciato alla Camera la proroga per il pagamento della prima rata, spostandola dal 17 maggio al 30 giugno, Franco ha anche dichiarato che a fronte dei 780 milioni di gettito per l’imposta sui servizi digitali risultano versati “solo” 233 milioni.

A cura di Federico Franco

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