Mostra d’Oltremare: da esposizione storica a polo fieristico

Nascita, declino ed evoluzione. Ecco come la Mostra d’Oltremare è arrivata ha costruito la sua fama internazionale

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Mostra d’Oltremare, tra nascita e fascismo:

La sua costruzione iniziò nel maggio 1938 con l’avvio ufficiale dei lavori per la costruzione della Esposizione Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare, finanziata da enti pubblici per un importo complessivo di 185 milioni di lire. L’idea di fondo consisteva nel creare una “sintesi visiva”, da aggiornare ogni tre anni, diretta a celebrare l’espansione politica ed economica dell’Italia fascista sui mari e nelle cosiddette terre d’oltremare. Fu scelta la città di Napoli, che, data la sua posizione centrale nel Mediterraneo, poteva essere un ottimo punto di partenza per la politica coloniale fascista.

Mostra d’Oltremare, la guerra e il declino:

Un primo evento catastrofico si verificò ad un mese dall’inaugurazione nel 1940: lo scoppio della Seconda Guerra mondiale con i suoi bombardamenti colpì il 60% degli edifici provocando enormi danni. Ciò determinò la totale chiusura dell’area, che fu lasciata in totale stato di abbandono alla fine del conflitto, a causa di motivi economici ma anche di tipo ideologico.

Nel 1948 ricominciarono i lavori di ricostruzione e restaurazione degli edifici, del parco e del ciclo ornamentale preesistente: quattro anni dopo, la mostra aprì nuovamente… ma solo per poco.

Infatti la struttura fu di nuovo chiusa, se non per alcuni spazi ed alcuni periodi; ciò dette avvio ad un lungo ed inesorabile processo di decadimento, culminato negli anni ‘80/’90 con l’occupazionedella stessa come rifugio agli sfollati del terremoto del 1980.

Mostra d’Oltremare, la rinascita:

Dal 1999 si è dato il via ad un programma di riqualificazione della Mostra, sia di tipo culturale che aziendale: l’intera area fieristica è tornata ad avere interesse nazionale ed internazionale.

Oggi il calendario della Mostra d’Oltremare prevede 19 eventi fino a inizio 2023. Citando un articolo de Il Mattino:

Secondo gli ultimi dati Aefi, che punta a tornare ai numeri pre-Covid entro 2 anni, per 1 euro investito dalle imprese del fieristico se ne generano 60 di business e 23 di indotto. Per una fiera – secondo i dati di Mostra d’Oltremare – si registrano una media di 5mila presenze e un moltiplicatore di 15 euro a visitatore. Su 19 fiere, insomma, l’indotto atteso è di 1,42 milioni senza contare gli introiti di alberghi, b&b e ristoranti.” 

Un segnale di ripresa per il reparto fieristico e congressuale campano si inizia a percepire, dopo il Forte declino dovuto alla pandemia. La Mostra conta di superare gli introiti del 2019 già l’anno prossimo (tenendo conto anche dei benefici indiretti delle fiere derivanti da alberghi, b&b, ristoranti ecc, ndr), segno di una (seconda) rinascita.

A cura di Roberta Ioffredo

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