L’incredibile rialzo dei carburanti naturali

Scarse quantità nelle riserve naturali e rincaro generale dei costi dell’energia nel corso degli ultimi mesi

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L’effetto nel settore dei trasporti, specifiche e cause:

L’aumento dei prezzi di gas ed altri combustibili fossili ai distributori è stato più che evidente, ed è per questo che la principale area colpita è stata quella dei trasporti. Il GPL ha raggiunto un prezzo medio intorno agli 0,735 euro al litro, rispetto al prezzo medio mensile dello scorso anno fermo a 0,592 euro. Ancora più evidente il rincaro del metano che vede un aumento di oltre 20 centesimi al chilogrammo rispetto a qualche mese fa, con una tariffa che oscilla tra 1,157 e 1,631.

Anche se il prezzo del gas è in aumento da diverso tempo sui mercati internazionali, il rincaro sul metano per auto è stato molto forte nelle ultime settimane a causa del rinnovo dei contratti di fornitura energetica.

Il contesto di settore, lo stato attuale:

Le associazioni di settore si sono dimostrate molto preoccupate per la situazione. Infatti Federmetano, l’associazione nazionale dei trasportatori e distributori di metano, in una comunicato ha dichiarato che l’aumento repentino dei prezzi del gas ha sì innalzato il suo valore sul mercato generale, ma toccando vette che nessuno avrebbe mai pronosticato. L’associazione ha avanzato la richiesta, in particolare, di intervenire con sgravi fiscali.

Gli aumenti sono dovuti alla particolare condizione in cui versa l’Europa da ormai alcune settimane: le riserve di gas naturale sono ai minimi storici dal 2013, per di più in una fase in cui i consumi non sembrano altro che intensificarsi sempre di più. Sia perché ci troviamo in un periodo di ripresa per la pandemia, rispetto a prima, e sia perché l’arrivo della stagione fredda e la ripresa delle produzioni industriali influenzano il contesto.

Al momento non sembrano esserci reali soluzioni al problema. Equinor, la principale azienda petrolifera statale norvegese, sta aumentando le forniture di gas verso l’Europa, intensificando la produzione da due proprie aree estrattive nel Mare del Nord. Tali strategie dovrebbero alleviare la situazione, e si parla già di possibili accordi tra alcuni paesi europei per cercare di trovare una effettiva ed efficace soluzione al problema.

A cura di Alessandro Garbucci

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