Dal PERDOC all’esperienza in SEDA: Sara Longobardi

Sara, laureata in Economia Aziendale con indirizzo Business Administration, attualmente si occupa di contabilità generale e fiscalità d’impresa nella divisione Amministrazione Finanza e Controllo di SEDA Italy S.p.A.

Cosa ha dettato la tua scelta circa la facoltà di Economia Aziendale?

Conseguita la maturità scientifica, su consiglio del mio professore di matematica e fisica, ho sostenuto e superato il test di ingresso alla facoltà di ingegneria e ho iniziato a frequentare il corso di ingegneria edile. Le prime lezioni erano si interessanti ma dentro di me sentivo di non essere pienamente convinta della scelta fatta. Avevo infatti messo da parte il mio interesse per gli argomenti di economia e finanza per seguire un consiglio che, in cuor mio, sapevo di non condividere. E allora per non avere rimpianti futuri, non restava altro che “fare un salto” alla facoltà di economia a Monte Sant’Angelo e seguire qualche lezione. Ricordo ancora il giorno, arrivata in facoltà entrai nell’aula di economia aziendale e ascoltai l’intera lezione: fu amore a prima vista, la conferma che dovevo seguire la mia inclinazione verso tale disciplina.

Qual è stato il corso di studi che ti ha segnato di più del tuo percorso universitario e perché?  

Amo la materia economica in tutte le sue branche e faccio fatica a rispondere a questa domanda perché ogni corso che ho seguito mi ha appassionato e lasciato un bagaglio formativo importante: corsi come micro, macroeconomia, politica economica, diritto commerciale, per citarne alcuni, ti trasmettono nozioni che rappresentano i pilastri su cui costruire le proprie competenze. Premesso ciò, sicuramente, posso affermare che il corso di “economia e gestione delle imprese” è quello che, “ai punti”, la spunta sugli altri perché mi ha introdotto nel mondo della gestione d’impresa fornendomi una visione di insieme dei processi e delle funzioni aziendali e mi ha permesso di acquisire una serie di elementi di base su cui ho poi fondato successivi approfondimenti. Non a caso è stata la materia che ho scelto per la discussione della tesi magistrale.

Raccontaci della decisione dell’argomento di tesi della laurea triennale in Matematica Finanziaria

Sono sempre stata affascinata dal mondo della finanza e la scelta è nata per approfondire la mia conoscenza in tale ambito attraverso lo studio di strumenti finanziari “complessi” come i derivati bancari. Il mio lavoro di tesi, infatti, mirava a dimostrare la formula di Black e Scholes che è fondamentale per il pricing dei derivati.

Che cosa ti ha portato ad intraprendere il Corso di Perfezionamento come Dottore Commercialista (PERDOC) istituito presso il Dipartimento DEMI?

Ho iniziato il Corso di Perfezionamento PERDOC da laureanda al secondo anno di magistrale considerandolo come un’ulteriore opportunità di crescita per la possibilità di acquisire nuove competenze su aspetti della professione su cui mi ero soffermata poco durante il percorso Universitario. In più sentivo l’esigenza di confronto con professionisti del settore che hanno poi “segnato” il mio percorso formativo non solo da un punto di vista teorico ma soprattutto attraverso lo studio di casi aziendali “pratici” grazie a testimonianze provenienti dal mondo dalla professione e consulenza manageriale. Infatti, il Corso PERDOC offre un percorso formativo integrato: Lezioni, Laboratori con Esperti, Esercitazioni, Project Work ecc.

Hai intrapreso il Corso di Perfezionamento PERDOC, simultaneamente alla laurea magistrale. Com’è stato riuscire a far conciliare questi due percorsi?

Io ho partecipato alla II edizione del Corso ed era biennale, con le lezioni pomeridiane e Laboratori che si tenevano il sabato, ma che ben si conciliavano con gli orari del mio corso di laurea. Oggi, invece il Corso PERDOC ha durata semestrale e quindi ancor si adatta alle esigenze dei neolaureati. Al secondo anno di Magistrale, grazie alla frequenza del PERDOC, ho iniziato la mia attività di

Tirocinio presso un Dottore Commercialista partner del Corso, una professionista e docente di grande spessore, alla quale sarò sempre grata per il senso di abnegazione al lavoro e la giusta “forma mentis” che mi ha trasmesso nell’affrontare e risolvere i “problemi quotidiani” che si possono presentare durante lo svolgimento delle attività legate alla professione. È stata una vera e propria sfida: tra corso PERDOC, Tirocinio professionale e preparazione degli esami della magistrale, il tempo libero era praticamente ridotto ai minimi termini. Ma il mio ottimismo mi ha permesso di intraprendere un percorso così impegnativo con la certezza di portarlo a termine e con la consapevolezza di uscirne “fortificata e maggiormente preparata” ad affrontare il mondo del lavoro. Alla fine, è stato tutto estremamente stimolante e appassionante e ciò che ne ho ricavato in termini di capacità organizzative, metodo e problem solving mi ha ripagato di tutti i sacrifici profusi.

Che consiglio daresti agli studenti che, come te hai fatto, tentano di mandare avanti una carriera accademica e parallelamente avviate quella lavorativa?

Di dedicarsi allo studio prima di tutto e di sfruttare ogni opportunità per migliorare le proprie capacità e sviluppare le attitudini più richieste nel mondo del lavoro. Avviarsi alla professione parallelamente agli studi accademici ti permette di ottenere un doppio vantaggio: ti fa “toccare con mano” quello che apprendi in aula e sui libri di testo e al contempo ti aiuta ad allenare ulteriormente la mente e quindi a studiare meglio. Il mio consiglio è di seguire entrambi i percorsi, lavoro e studio con devozione.

Come valuti la tua esperienza di partecipazione al Corso PERDOC? In che modo ti ha migliorata a livello professionale e personale? È un’esperienza che consiglieresti?

È stata un’esperienza che rifarei senza ombra di dubbio. Sono stati due anni importantissimi per la mia crescita professionale nonché personale. Il PERDOC è un percorso di Perfezionamento che si svolge in un contesto di grande valore culturale e disciplinare, in grado di consolidare le conoscenze di base e arricchirle con altre nuove e di orientare le scelte personali e professionali. L’approccio pratico e dinamico del corso mi ha permesso di entrare nel mondo del lavoro con nuove competenze e maggiore consapevolezza, di andare oltre i limiti della formazione solo teorica e di trovare quelle risposte che nell’esercizio della professione fanno la differenza. L’ambiente, le materie proposte, le lezioni con i professori nonché i laboratori con professionisti di prestigio, il confronto con altri studenti divenuti poi amici, sono stati gli elementi di continuo stimolo che hanno alimentato la mia voglia di fare e di arricchire il mio bagaglio culturale con una ricerca continua di nozioni “edificanti”. Il mio consiglio ai futuri candidati: vivete il PERDOC in tutte le sue sfaccettature affrontando tale percorso con il massimo impegno, pronti ad assorbire ogni singola lezione che ascolterete durante la formazione pratica e teorica perché poi tale esperienza ve la porterete dentro e un giorno sarete sempre più orgogliosi di averne fatto parte!

Per quanto riguarda la scelta della tua laurea magistrale, perché hai deciso di intraprendere questo corso di studi?

Ho conseguito la Laurea in Economia Aziendale e Management con indirizzo Business Administration presso la Federico II. L’indirizzo è stato lo stesso, sia per la triennale che per la magistrale. Sicuramente a guidare la mia scelta sono state la “curiosità” e la mia particolare propensione verso la “gestione di impresa”.

Qual è, secondo te, la skill principale che non può mancare ad un Dottore Commercialista o Consulente Aziendale al giorno d’oggi?

Più che di skill principale per essere un buon professionista, vista la complessità della figura e il ruolo svolto, secondo me un dottore commercialista deve avere un “pacchetto di skills” se mi concedete questa espressione, che devono integrare la preparazione culturale ed universitaria e la

continua voglia di aggiornarsi e crescere attraverso corsi di formazione anche dopo la laurea. In questo pacchetto di competenze soft non possono mancare la resilienza, la responsabilità, la dedizione, l’autodisciplina, la conoscenza della natura umana, le capacità comunicative e non ultime la curiosità, intesa come desiderio interiore di apprendere cose nuove che rappresenta la motivazione principale per andare oltre i propri limiti, e l’umiltà indispensabile per “mettersi in continua discussione” ed essere aperti al confronto con altri professionisti. Ecco secondo me è questo pacchetto che fa la differenza.

Ritieni che la tua formazione accademica ti abbia preparato a sufficienza al prospetto lavorativo?

Si, sono sufficientemente soddisfatta del percorso accademico. È importante però non perdere di vista un concetto che anche se può sembrare scontato in realtà non lo è: l’università ti fornisce le basi ma un professionista non deve smettere mai di studiare e di mantenersi aggiornato attraverso corsi di perfezionamento post-universitari e soprattutto attraverso l’autoformazione indispensabile per rimanere al passo con i continui cambiamenti normativi e del contesto economico-sociale in cui ci si ritrova ad operare.

Che consigli ti senti di poter dare ai giovani neolaureati?

Innanzitutto, di tener ben presente quanto appena detto sopra e poi di dedicarsi al lavoro come ad una passione. Lavorare duramente, paga. Il suggerimento è di accettare le sfide della vita e affrontare gli ostacoli con ottimismo, senza lasciarsi sopraffare dalle difficoltà, di cogliere il “fallimento” (perché tutti prima o poi faranno i conti con un’esperienza negativa) come una opportunità di crescita, ma soprattutto di porsi obiettivi chiari e definiti e di perseguirli con pazienza e perseveranza, sempre con i piedi per terra e concentrati su quello che si vuole raggiungere.

Nel 2019 inizia la tua esperienza lavorativa presso la SEDA, raccontaci sommariamente cosa ha rappresentato e cosa sta rappresentando per te. In cosa consiste il tuo ruolo all’interno della SEDA?

SEDA è stata la mia prima esperienza lavorativa in una multinazionale arrivata proprio ad un mese dall’abilitazione alla professione di Dottore Commercialista. Una grande opportunità di crescita professionale nata anche grazie al network di Alumni Perdoc di cui faccio parte.

Sono entrata nella divisione AFC ed oggi mi occupo di contabilità generale e fiscale per le società del Gruppo del polo napoletano all’interno di un ambiente lavorativo sfidante, ben strutturato e con personale qualificato altamente specializzato.

Sono orgogliosa di far parte di una realtà come Seda, azienda leader nel suo settore, sempre all’avanguardia nel proporre ai propri clienti soluzioni innovative e soprattutto rispettose dell’ambiente. Viene data particolare importanza alla formazione del personale, punto cardine per la ricerca di soluzioni che mirano all’eccellenza dei prodotti e servizi offerti ai propri clienti. Ed è proprio la ricerca dell’eccellenza a rappresentare la mission aziendale che ha permesso a Seda di diventare leader a livello internazionale ed un vanto per l’industria italiana.

A cosa ambisci nel futuro? Come ti vedi tra 5 anni?

Mi impegno quotidianamente per svolgere al meglio il mio lavoro “in una ricerca continua dell’eccellenza” in linea con la mission aziendale che ho sposato in pieno nella convinzione che sia l’unico modo per migliorarsi e raggiungere traguardi importanti. Miro a crescere professionalmente per poter ricoprire ruoli di responsabilità ed essere un punto di riferimento all’interno di un team che persegue, con passione ed entusiasmo, obiettivi strategici per la creazione di valore.

Intervista a cura di:

Carannante Giovanni

Esposito Luigi

Torsi Corinne

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