L’occasione italiana dei brevetti !

Dopo la Brexit, Milano ha l’occasione di ospitare la nuova sede europea del Tribunale Unificato dei Brevetti.

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L’Italia rientra in gioco per l’istituzione del Tribunale europeo per i brevetti (meglio conosciuto come Tribunale Unificato dei Brevetti o Corte dei brevetti unificata/ Unified Patent Court, ndr), le cui funzioni erano state prima assegnate a Londra, fuori oggi per Brexit.

Brevetti, lo scontro primaverile:

I protagonisti della “questione europea brevetti” sono il ministro della Giustizia italiano, Marta Cartabia, e quello francese, Eric Dupond Moretti. L’obiettivo italiano è arrivare ad ospitare la terza Agenzia dell’Unione europea, ovvero un organo indipendente, di diritto pubblico europeo, distinto dalle istituzioni comunitarie; nel contesto, l’Italia già accoglie l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), con sede a Parma, e la Fondazione europea per la formazione (ETF), con sede a Torino. Milano è la città candidata per l’istituzione della sede della Corte (UPC) sopracitata.

Infatti, prima della Brexit, la peculiarità dell’UPC era la base dell’accordo internazionale tra i paesi dell’UE, per il quale: le decisioni erano all’unanimità; allora, l’allocazione della sede era decisa in base numero di brevetti dei primi tre paesi dell’UE (l’Italia era al quarto posto, ndr). Ma, dopo la Brexit, i termini contrattuali sono venuti meno riaprendo, di fatto, nuovamente la questione.

Brevetti, gli impatti indiretti della Brexit:

L’uscita britannica, rappresenta quell’occasione che l’Italia, che Milano, centro dell’economia italiana e campo di produzione che di innovazioni (quindi di brevetti, ndr) deve sfruttare! Ovviamente, Milano deve confrontarsi con il governo di Parigi, che detiene la Corte centrale europea, ed Amsterdam, già incontrata nella partita del 2017, per ospitare, l’oramai conosciuta, Agenzia europea per i medicinali (EMA). Quindi Milano deve rappresentare l’intera nazione italiana, quale paese membro con il maggior numero di brevetti registrati.

Brevetti, osa dicono i numeri:

Fin dal 2017, dopo l’occasione dell’EMA, l’Italia, per il terzo anno consecutivo, ha offerto brevetti sempre in aumento vero l’Ente Europeo per i brevetti (EPO). Infatti dall’ultima soglia di incremento dello 0,9% del 2018, con domande pari all’incirca 4400, e poi nel 2019, i numeri sono aumentati poi del 4,3%. Tali incrementi sono una conseguenza chiara del continuo aumento degli investimenti in Ricerca & Sviluppo, soprattutto nel settore dei Trasporti, ambito molto dinamico e competitivo, con la compagnia del settore dell’ingegneria chimica, macchinari elettrici, tecnologie delle energie pulite ed il settore della tecnologia medica.

Ricordiamo che il brevetto rappresenta quel fattore di isolamento, quella barriera, per impedire alla concorrenza di imitare beni e servizi; dapprima un’impresa poteva contare in macchinari capaci di produrre, in massa, un determinato quantitativo di prodotti, però negli ultimi 40 anni la proporzione tra beni tangibili e beni intangibili si è invertita, coniando quale fattore di successo l’Intangible Asset.

A cura di Emanuele Piccinella

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