Grandi economie del Mondo Antico: i Fenici

Una delle prime grandi economie marittime della storia, ne analizziamo il passato per capirne il presente

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Nel XXI secolo parlare dell’economia di un Paese significa parlare del PIL, del tasso di occupazione, dell’innovazione tecnologica e così via. Tutti concetti che hanno avuto bisogno di secoli di evoluzione sociale e economica prima di essere compresi a pieno e conosciuti con questi nomi; eppure l’uomo, da tempi immemori, ha sempre compiuto attività economiche, ovvero delle attività volte, mediante la produzioni di beni o servizi, al soddisfacimento dei bisogni individuali o collettivi. Parliamo ovviamente di modelli economici estremamente rudimentali basati sulla caccia, agricoltura o commercio, ciononostante nel corso della storia ci sono state civiltà che si sono distinte per la loro economia, come la florida civiltà Fenicia.

I Fenici, Dal Medio-Oriente fino alla Sardegna:

Il nome Fenici deriva dal greco Phòinikes, riconducibile a phòinix: “rosso porpora“. Questo popolo, nato e sviluppatosi nella regione del Levante, zona che si estende odiernamente tra il Libano e Israele (che analizziamo nell’articolo correlato) è infatti famoso per l’invenzione di questo pigmento, prodotto mediante il “murice”, un mollusco che popolava le coste della regione. Le città più importanti come Sidone o Berito (odierna Beirut) si trovavano sul Mar Mediterraneo, giustificando la trasformazione dei Fenici in una delle più grandi civiltà marittime della storia. Essi furono, infatti, abili navigatori: la loro flotta era formata da navi robuste create con il legno di cedro proveniente dalle foreste dell’odierno Libano; furono i primi a viaggiare di notte in mare aperto, orientandosi con gli astri, e furono i primi a circumnavigare il continente africano. Le loro rotte marittime toccavano gran parte dei paesi del Mediterraneo: dall’Algeria a Cipro, dalla Sardegna alla penisola Iberica e i loro insediamenti diedero vita a molte città importanti come Cartagine.

I Fenici, un’economia basata sul commercio:

L’economia fenicia non si basò mai sulle conquiste territoriali a differenza di quella di molte civiltà precedenti, essa, invece, si basava prevalentemente sullo scambio di merci. Tutto ciò trova giustificazione nel fatto che i Fenici avevano costantemente bisogno di materie utili alla produzione artigianale vista la scarsa estensione del loro territorio. Si venne a creare un vero e proprio sistema economico dove essi fornivano agli “importatori” prodotti finiti, in cambio di materie prime che andavano da quelle alimentari a quelle utili per i processi produttivi.

L’industria si basava prevalentemente sul settore tessile e quello artigianale:

  • I tessuti fenici erano alcuni tra i più ricercati, vista la qualità del prodotto e anche l’utilizzo del sopra citato colore porpora (solitamente riservato alle classi sociali più importanti);
  • Il settore artigianale era molto eterogeno: si va dalle produzioni più semplici in metallo (vasi, contenitori) a prodotti più raffinati come il vetro soffiato (Nonostante la tecnica di creazione del vetro fu inventata in Mesopotamia, i Fenici riuscirono a perfezionarla grazie anche alla qualità e abbondanza della sabbia nel Levante).

Questo popolo aveva un metodo di scambio commerciale molto peculiare che fu descritto anche da Erodoto, il celebre storico della Grecia antica.
I Fenici mettevano in mostra la propria mercanzia sulla spiaggia e ritornavano sulle proprie imbarcazioni alzando una fumata; gli indigeni, vedendola, si dirigevano in loco per vedere le merci e, prima di allontanarsi, posizionavano una quantità di oro vicino a quella desiderata. I Fenici, allora, ritornavano sulla spiaggia e se erano soddisfatti della quantità d’oro la prendevano e lasciavano la merce, in caso contrario ritornavano sulle barche finché i potenziali compratori non depositavano una quantità accettabile. Questo metodo di scambio era molto efficiente perché nessuna delle due parti prendeva ciò che l’altra offriva prima che si fosse trovato un accordo.

I Fenici, Non solo mercanti:

Quanto detto fino ad ora ci fa pensare della civiltà fenicia come una civiltà pacifica, basata sul commercio.
In realtà ci erano alcuni “settori” economici che non avevano nulla di pacifico, primo tra tutti la pirateria.
Le flotte commerciali erano scortate da navi militari che oltre a proteggerle, attaccavano eventuali concorrenti che transitavano sulle loro rotte. Il bottino di queste razzie non si riferiva solamente a oggetti o metalli, ma anche agli schiavi: i Fenici furono infatti una delle prime civiltà del Mondo Antico a praticare lo schiavismo.

Un altro business molto proficuo era quello relativo all’ ”affitto” delle flotte militari: esse venivano reclutate temporaneamente come mercenari da popolazioni interne per aumentare la propria potenza militare.

Questo sistema economico fece fiorire la civiltà fenicia fino alla caduta di Sidone e alla consequenziale annessione all’Impero Babilonese nel 677-675 a.C.

Nonostante la relativa brevità della loro indipendenza, i Fenici furono fondamentali per lo sviluppo economico e culturale del bacino del Mediterraneo: essi, infatti non esportavano solo merci, ma anche cultura, da una prima moneta coniata, a nozioni sulla lavorazione del ferro.

In conclusione possiamo considerare i Fenici come dei precursori dell’International trading: essi esportavano prodotti su cui avevano un vantaggio competitivo per importare quelli carenti o inesistenti nel mercato domestico; andando così ad alimentare una delle più floride economie del Mondo Antico.

(Per analizzare l’economia dei moderni Fenici: Il riflesso moderno della civiltà Fenicia)

A cura di Nicola Fiore

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