L'accordo scaturito dall'Eurogruppo prevede 1.000 miliardi, suddivisi in quattro provvedimenti: Mes privo di condizioni, BEI, SURE, Recovery Fund.
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Lo scorso 10 aprile l’Eurogruppo ha gettato le basi per un accordo in grado di far fronte alla crisi dovuta all’emergenza sanitaria. Al centro dell’opinione pubblica europea c’è la volontà di trovare compromessi che siano nell’interesse di tutti i 27 stati membri.
L’accordo è un’intesa di massima che dovrà essere negoziata a lungo, per ora sono stati previsti 1000 miliardi da dividere in 4 misure fondamentali:
• MES incondizionato: grazie alla possibilità di richiedere fino al 2% del proprio PIL, è la più importante e sostanziosa delle misure, con uno stanziamento di 240 miliardi. Trova fondamento nella apertura alla concessione dei prestiti del Fondo Salva Stati in maniera del tutto priva di condizionalità, se non l’obbligo di utilizzare le risorse ottenute per la spesa sanitaria
• BEI: la Banca Europea per gli Investimenti stanzia 200 miliardi per sostenere il credito alle imprese, in aggiunta ai piani nazionali previsti dai singoli paesi, come, ad esempio la “potenza di fuoco” utilizzata dal Governo italiano
• SURE: istituzione di un fondo da 100 miliardi, diretto a contrastare la crescita della disoccupazione e a finanziare la cassa integrazione europea, che si andrà ad aggiungere alle risorse stanziate dai singoli stati
• RECOVERY FUND: la proposta francese per la formazione di un fondo comune europeo della portata di 500 miliardi, finanziato da obbligazioni congiunte. Si parla di un vero e proprio principio di Eurobond, che, nell’ottica di lungo periodo andrebbero a finanziare il rilancio dell’economia europea.
Sostanzialmente è un accordo ancora tutto da definire a partire dal Consiglio Europeo del 23 aprile, che, se fosse approvato in questi termini, con buona pace dei sovranisti olandesi, ormai unici contrari, andrebbe a finanziare un pacchetto di misure senza precedenti. Andrebbe ad aggiungersi al QE operato dalla BCE e, grazie a 3 provvedimenti di salvataggio nel breve periodo e un piano di sviluppo a lungo termine, potrebbe delineare una rinascita dell’Europa unita, principio sul quale essa stessa venne fondata.
a cura di Andrea Crispino e Pier Paolo Mignone