FORD: l’elefante in una cristalleria

Il settore automobilistico risulta essere tra i più colpiti, in seguito alla crisi economico-sanitaria. Se gruppi come FCA hanno chance per salvarsi, lo stesso non si può dire di FORD.

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L’emergenza sanitaria Covid-19 colpisce tutti i settori dell’economia basati sul consumo di beni non necessari. Tra i più colpiti, il settore automobilistico, che -secondo l’agenzia Moody’s- subirà un calo delle vendite del 14% durante il 2020.
In Italia, nel mese di marzo, il calo è stato addirittura dell’85%. Tuttavia, sempre secondo Moody’s, il gruppo FCA potrebbe salvarsi grazie alla proposta di fusione con il gruppo PSA, che porterebbe una notevole diversificazione e una, conseguente, possibilità di ripresa.
Chi invece non naviga in acque tranquille è il gruppo americano Ford, che ha già registrato un rosso di 2 miliardi di dollari nel primo trimestre 2020. I problemi del colosso statunitense nascono, però, prima della crisi: nell’ultimo trimestre 2019 la Ford ha bruciato 8 miliardi di cassa e si ritrova con un debito di 157 miliardi di dollari nei confronti della Federal Reserve americana, il cui costo è fissato al 4%. Ad inizio aprile questo debito è stato classificato “junk” dalle agenzie di rating S&P e Moody’s, di fatto dichiarando l’azienda ad alto rischio di insolvenza.
Data la situazione di crisi, le aziende hanno elevato bisogno di liquidità, ma questa riclassificazione del rating Ford a BBB-, potrebbe essere una batosta per uno dei gruppi più importanti e longevi del mercato. Il colosso, infatti, ha in cassa circa 35 miliardi, sufficienti a portarlo avanti al massimo fino al terzo trimestre 2020: per fronteggiare la crisi avrà, dunque, bisogno di finanziarsi attraverso il debito. Tuttavia, con un rating così basso –Moody’s dichiara che potrebbe scendere ancora– la soluzione quasi costretta è quella di emettere obbligazioni “high yield” a 10 anni con un tasso dell’11%,quindi altissimo costo del denaro e alto rischio di insolvenza.
Insomma, la Ford, come il mondo, si trova in un momento di crisi senza precedenti e, pur con un leggero rialzo a Wall Street grazie agli annunci di ripresa della produzione, dovrà fronteggiare un’operazione rischiosissima che,nel peggiore dei casi, potrebbe esserle fatale.
Sarà uno dei martiri della COVID-19?

a cura di Andrea Crispino e Pier Paolo Mignone

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