A journey into Big Four: Irene Lijoi, EY

Irene ha 26 anni e si è laureata in Finanza alla Federico II ed oggi lavora presso EY, una delle Big Four della consulenza, come Senior Consultant, con focus su Business Consulting, Financial Services and Risk Management con un contratto di apprendistato, a breve a tempo indeterminato.

Parlaci del tuo percorso universitario e dei motivi che ti hanno portata a sceglierlo. Avresti preferito una laurea a ciclo unico?

Fin da piccola ho amato la matematica. Dopo la crisi del 2007 l’economia è entrata sempre di più nelle nostre case e ho iniziato ad interessarmi. Ho scelto così Economia delle Imprese Finanziarie in modo da sfruttare il più possibile la mia passione per la matematica.  Sono stata contenta di questa scelta e l’ho confermata iscrivendomi a Finanza per la magistrale. Circa la laurea a ciclo unico, no non l’avrei preferita. Penso sia importante dopo la triennale fermarsi e capire quale strada voler seguire.

Quale è stato il tuo corso universitario preferito?

Ho sempre preferito i corsi che trattavano tematiche principalmente quantitative, ad esempio matematica finanziaria, gestione e controllo dei rischi, finanza matematica, progettazione e analisi degli strumenti finanziari.

Quali sono i consigli che daresti a una matricola per superare le prime difficoltà universitarie?

Durante la magistrale ho scoperto l’importanza di confrontarsi con i colleghi. All’inizio del percorso universitario tutti hanno delle difficoltà, il confronto potrebbe essere un’ottima arma per rendersi conto che non si è i soli e per aiutarsi a vicenda.

Tornando indietro nel tempo, cambieresti qualcosa del tuo percorso universitario?

Farei l’Erasmus. Ho vinto la borsa di studio sia alla triennale che alla magistrale, ma in entrambi i casi a causa di corsi annuali delle università ospitanti avrebbe rallentato il mio percorso e ho preferito non farlo. Se potessi tornare indietro senza dubbio lo farei.

Parlaci dell’esperienza relativa al Naples Summer School in Economics and Finance

La scuola era organizzata dal DISES. Per cinque giorni abbiamo seguito lezioni tenute da professori di fama internazionale. Le tematiche trattate sono state diverse ma ciò che mi ha colpito di più è il modo in cui si svolgevano le lezioni. Noi studenti siamo stati coinvolti in giochi ed esperimenti alla base dei quali c’era sempre una lezione di statistica, teoria della finanza, etc.

Noto dal tuo LinkedIn che insieme ai tuoi ex colleghi universitari hai rappresentato la Federico II in una competizione. Di cosa si tratta?

La Fund Management Challenge è una competizione di portfolio management organizzata dal CFA Society Italy. Squadre provenienti da diversi atenei devono costruire un portafoglio con 5 posizioni lunghe e 5 posizioni corte, ciascuna motivata brevemente da un’analisi e con possibilità di ribilanciamenti settimanali. Vince la FMC la squadra che ha conseguito la migliore performance al netto dei costi di transazione e delle eventuali penalità. È stata davvero una bella esperienza, abbiamo avuto l’opportunità di lavorare in team, applicare quello che avevamo studiato e di acquisire familiarità con i mercati finanziari. Attualmente nel medagliere della competizione la Federico II è al terzo posto, con una medaglia d’oro nel 2017 e una d’argento nel 2018 (anno in cui ho partecipato).

Prima di scegliere l’università avevi già le idee chiare su quale carriera lavorativa intraprendere?

Assolutamente no. Il desiderio di entrare nel mondo consulenza, preferibilmente nell’ambito del Risk Management, è nato durante la magistrale. Mi ero fatta un’idea sulla base delle esperienze lavorative di mio fratello e, dai suoi racconti, la Consulenza mi sembrava un ottimo punto di partenza: formativa, dinamica… con orari a volte un po’ oltre le otto ore…

Dopo la laurea magistrale, come ti sei approcciata al mondo del lavoro?  Parlaci del tuo percorso lavorativo in EY.

Verso la fine della magistrale la Professoressa Rosa Cocozza ha segnalato il curriculum mio e di altri colleghi in EY. Pochi minuti dopo l’ultimo esame un recruiter mi ha telefonata e dopo l’estate ho iniziato il mio percorso lavorativo.

Ho iniziato nel MED, ovvero la region di EY che fornisce servizi alle aziende, nel team Corporate Treasury e Risk Management. Con il passare dei mesi mi sono resa conto che nonostante il lavoro mi piacesse non ero pienamente soddisfatta perché ciò che mi interessava davvero erano le banche. Inizialmente ero spaventata dal condividere questo desiderio di cambiare con il mio responsabile ma alla fine l’ho fatto e lui mi ha capita. Da febbraio sono nel team di Financial Risk Management nel FSO ovvero la region che lavora con banche, assicurazioni, etc.

Quali sono le funzioni svolte da un Senior Consultant in EY?

In questo ambiente ogni avanzamento di carriera comporta una riduzione dei compiti operativi a favore di un maggiore impegno in ambito commerciale. Il Senior Consultant è ancora una figura principalmente operativa. Ciò che caratterizza il passaggio da Consultant a Senior Consultant è la gestione delle risorse più junior e il riporto diretto al Manager. Oltre a svolgere i task che mi sono richiesti dedico una parte della giornata alla review di quanto fatto dai Consultant che seguono il progetto con me.

Come definiresti il risk management?

Definirei il risk management come il continuo processo di identificazione, misurazione, gestione delle fonti di rischio finalizzato alla loro gestione ottimale.

Cosa/Chi ti ha spinto a lavorare in questo settore?

È difficile indicare un chi o cosa. È un interesse che ho maturato esame dopo esame, era una tematica che trovavo particolarmente interessante e ho avuto la fortuna di entrare fin da subito in un team che si occupava di questo.

Parlaci della tua routine

Preferisco parlarvi della routine precedente il Covid19 e di conseguenza lo smart-working, di cui non sono particolarmente fan. Nel mondo della consulenza si lavora in gran parte dal cliente e il cliente non sempre è nella stessa città in cui è situato l’ufficio. Dal lunedì al mercoledì ero in trasferta, il giovedì in ufficio e il venerdì solitamente in smart-working. Per quanto riguarda le attività non si può certo parlare di routine. Variano di giorno in giorno a seconda del progetto, delle richieste e delle esigenze del cliente. Negli ultimi mesi, ad esempio, sono stata impegnata in un’analisi di mercato. Ho intervistato i Responsabili di una determinata funzione delle principali banche italiane. È stato interessante, ho imparato tantissimo e mi sono anche divertita! 

Quale libro consiglieresti a uno studente? In particolare, quale libro di economia non deve mai mancare nella nostra libreria?

Il libro che senza dubbio mi sono trovata più volte a sfogliare e che mi ha aiutata di più è Options, Futures, and Other Derivatives di John Hull. Non penso esistano studenti di Finanza che non abbiano usato questo libro.

Cosa consiglieresti agli studenti laureati/laureandi che stanno per entrare nel mondo del lavoro?

Consiglierei di sfruttare il grande potere dei social ovvero la condivisione. Ad esempio, Linkedin offre la possibilità di vedere chi lavora o ha lavorato nella società per cui si vorrebbe fare application. Tra queste persone si potrebbe riconoscere un ex collega universitario, un conoscente, o perché no anche una persona che non si conosce, a cui chiedere informazioni sulla società, i professionisti che ci lavorano, il piano formativo, i progetti in cui si potrebbe essere coinvolti e tanto altro. Le job description, soprattutto per chi si avvicina per la prima volta al mondo del lavoro, potrebbero non essere sufficienti a capire quali sarebbero effettivamente i propri compiti. 

A cura di Maria Francesca Martino e Salvatore Cristiano.

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