Angelo Guarracino: dalla Federico II a Deloitte


Angelo, laureato in Innovation and Internarional Management, ad oggi ricopre il ruolo di Digital Customer Analyst presso Deloitte.

Cosa ti ha spinto a scegliere la facoltà di Economia Aziendale? Avevi già le idee chiare terminato il liceo?

Teminato il liceo classico, le mie passioni erano principalmente dicotomiche: da un lato la letteratura e il teatro, dall’altro lato, il sogno di diventare un politico.

Come mi sono ritrovato alla facoltà di Economia Aziendale? Probabilmente la risposta è in un telefilm che in quegli anni seguivo…‘Mad Men’: la storia di un’agenzia pubblicitaria della New York degli anni 60’. Mi ha sempre affascinato, in particolare, l’idea dell’economia come ‘strumento sociale’ e capace di influenzare le persone.

Durante il tuo percorso universitario quali esami ti hanno colpito maggiormente? E perché?
Di sicuro, Economia Aziendale 1, il primo esame della mia carriera universitaria, che mi permise di scoprire, con piacevole stupore, quanto complessi fossero i meccanismi economici, sociali ed etici dietro ogni aspetto del mondo che, invece, pensavo essere molto semplice.
Durante il percorso magistrale in Innovation & International Management, invece, mi ha affascinato molto l’esame ‘Service Innovation’, che mi ha spinto poi a scegliere il percorso DIGITA sul tema delle tecnologie abilitanti e la Digital Transformation.
In particolare, ci fu chiesto, per quell’esame, di svolgere un project work, con lo scopo di scegliere una tecnologia (nel mio caso scelsi la Blockchain) per presentare la potenziale digitalizzazione di una società esistente con focus sui clienti finali. Fu il passo decisivo che mi portò a cambiare prospettiva e a concentrarmi sulla tecnologia come mezzo per raggiungere obiettivi di business e non come ‘semplice’ fine ultimo.

Cosa consiglieresti agli studenti che affrontano il tuo stesso percorso di studi triennale?
Il mio consiglio più grande è quello di avere fiducia nei propri dubbi, di fare domande e di intervenire il più possibile, non solo con i professori ma soprattutto tra coetanei. Ciò che mi sarei voluto sentire dire al primo giorno di università (e che forse mi hanno anche detto ma non ho prestato attenzione) è di immaginare il percorso universitario non come una linea continua da A a B, ma come una serie di alti e bassi, che rende tutto più complicato, ma allo stesso tempo, prezioso.

Cosa ti ha spinto a scegliere la magistrale in Innovation and International Management?
La possibilità di studiare in inglese, che da sempre mi ha affascinato e i numerosi topic di questa magistrale: dal processo di internazionalizzazione, passando per le tecnologie abilitanti e la servitization, fino ai temi della sostenibilità e della gestione del rischio.
Inoltre, le numerose Academy (come DIGITA, Apple e 5G) a cui il corso in Innovation & International Management è collegato, aiutano ad avvicinarsi al mondo del lavoro.

Quali sono state le maggiori difficoltà riscontrate durante il tuo percorso universitario? Come le hai superate?
Non ho mai amato i corsi prettamente tecnici e poco teorici, mi risultavano noiosi per il mio modo di studiare e le passioni che ho sempre avuto. Ho superato queste difficoltà grazie al network con i miei colleghi universitari: creando diversi gruppi di studio sono riuscito a superare le difficoltà più grandi grazie al dialogo e alla condivisione con gli altri.

Durante il percorso magistrale hai aderito al percorso Erasmus in Lituania, in che modo ti ha segnato questa esperienza a livello personale?
L’esperienza Erasmus è nata quasi per gioco e mi ha segnato completamente la vita. Accompagnai un amico alla presentazione del programma Erasmus in ateneo. Mi colpì molto l’offerta formativa di un’esperienza così stravolgente e decisi quindi di parteciparvi. Scegli Vilnius perché era una delle mete in cui si parlava inglese e perché mi affascinava il fatto che non conoscessi nulla di quei luoghi. La mia è stata un’esperienza nell’esperienza, perché, nei mesi che ho vissuto in Lituania, mi sono ritrovato anche da solo per un periodo causa pandemia. L’esperienza Erasmus quindi mi ha permesso, da un lato di entrare in contatto con realtà culturali diversissime, rafforzando in me la voglia di conoscere le persone e la curiosità nell’ascolto degli altri, dall’altro lato, ho vissuto un periodo introspettivo, che ha permesso di conoscermi meglio e ragionare sui passi successivi della mia vita personale e professionale.

Parlaci dei due stage che hai frequentato nel 2018 e nel 2019 e in che modo ti hanno arricchito?
Già da quegli anni, era forte la voglia di conoscere la vita lavorativa al di fuori dell’università e decisi di dividermi tra università al mattino e tirocini formativi nel pomeriggio. Sono state realtà diverse, piccoli studi e aziende, che però mi hanno insegnato ciò che si cela dietro la vita da ufficio e a mettere le mani in pasta, chiarendomi i dubbi su ciò che avrei voluto fare ‘da grande’.

Raccontaci dell’esperienza che hai svolto presso la Deloitte Digita Academy?
La Deloitte DIGITA Academy è stata la chiave di svolta del mio percorso professionale. L’Academy nasce dalla collaborazione tra la Federico II e la società Deloitte Digital. Lo scopo è quello di formare ragazze e ragazzi sui temi delle tecnologie abilitanti e la digital transformation. Il percorso si divide in 6 mesi di teoria e 3 mesi di project work in una delle società partner. I temi trattati che mi hanno affascinato di più sono stati: Design Thinking e Co-Design, la tecnologia del Cloud Computing e il Customer Relationship Management (e in particolare la piattaforma Salesforce), la Blockchain e l’interessantissimo mondo dell’Artificial Intelligence.
Oltre alla professionalità dei docenti e di coloro che sono intervenuti durante il programma formativo, è stato fantastico entrare in contatto con ragazze e ragazzi di altre facoltà, rafforzando la condivisione di conoscenze e competenze diverse.

 In cosa consiste il tuo ruolo di Digital Customer Analyst presso Deloitte Digital?
Digital Customer è una delle offering di Deloitte Digital. Qui aiutiamo grandi multinazionali a formulare strategie tenendo conto delle idee di ‘incentive design’, trasformando i punti di debolezza di business in punti di forza grazie all’implementazione di soluzioni basate sulle tecnologie di ultima generazione.
In particolare, Il team di Customer Success di cui faccio parte condivide un focus sulla customer-centricity. L’attenzione al cliente finale è al centro del nostro mindset, lo scopo è quello di capire i clienti finali a un livello più profondo che mai, ‘diagnosticando’ i punti di debolezza e massimizzando la creazione di valore attraverso l’identificazione delle esigenze di business e la successiva fornitura di prodotti e servizi personalizzati.
Ritengo che l’elemento più prezioso in questo team sia la possibilità di dialogare con colleghi per condividere informazioni, conoscenze e competenze. Pur lavorando su progetti completamente diversi, condividiamo un insieme di valori che permette di confrontarci sugli stessi obiettivi e argomenti in comune.

Quali sono al giorno d’oggi le skills necessarie che un neolaureato deve possedere e che gli garantiscano una marcia in più?
Prima tra tutte l’intelligenza emotiva, saper comprendere e accettare le proprie emozioni e quelle degli altri credo faccia la differenza in tutti i contesti lavorativi e non. Un’altra skill che mi ha aiutato molto post-laurea è la proattività e cioè la capacità di assumersi delle responsabilità su determinate task e di intervenire in discussioni di gruppo con pensiero critico. La creatività, inoltre, risulta sempre determinante, sia per la generazione di nuove idee sia per la risoluzione di problemi ricorrenti in un modo totalmente nuovo.


Quali erano gli obiettivi che ti eri prefissato da studente? Ritieni di averli raggiunti?
Già da studente, negli anni successivi alla laurea, mi immaginavo in un contesto dinamico e sempre sfidante come quello in cui sono adesso. Ritengo che questi siano gli anni perfetti per ‘stressarsi’ (sempre in ottica positiva) e che sia davvero importante trovarsi in una ‘palestra lavorativa’ da cui attingere insegnamenti costanti e in cui è sempre possibile sbagliare, per migliorarsi sia a livello professionale ma soprattutto personale.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

Tra i prossimi obiettivi quello più importante è essere felice di quello che faccio, solo così so di poter rendere al meglio e soprattutto di poter vivere la vita lavorativa in un ambiente sereno e sfidante. Ad oggi, so di essere al posto giusto per queste motivazioni e perché sento di poter imparare tantissimo, sbagliando e crescendo, giorno dopo giorno.
Altro obiettivo futuro è sicuramente un’esperienza lavorativa all’esterno: numerose sono le opportunità che una società come Deloitte Digital offre, per la sua grandezza vi è la possibilità di viaggiare per diversi progetti nelle diverse sedi Deloitte nel mondo.
La mia passione per il viaggio e la possibilità di entrare in contatto con culture diverse mi accompagnerà per tutta la vita, spero.
 

Intervista a cura di:

Giovanni Carannante

Laura Spasiano

Daniele Muccio

Maria Francesca Martino

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