In Enel Group: Nunzia Riccardi, Credit Risk Management

Nunzia si è laureata in Economia e Commercia alla Federico II con riconoscimento alla carriera. Ha proseguito il suo percorso conseguendo un Master in Finanza Avanzata e Risk Management presso IPE. Ad oggi lavoro come Credit Risk Management in Enel Group.

Anche se sono trascorsi diversi anni dal conseguimento della tua laurea triennale, parlaci di cosa ti ha spinto a scegliere la facoltà di Economia e Commercio, e perchè hai continuato gli studi seguendo lo stesso percorso?

Pur avendo una formazione classica, durante l’ultimo anno di liceo mi sono avvicinata molto ai temi relativi all’economia e alla finanza e leggevo sia articoli che libri legati a questo mondo; quindi, non ho avuto dubbi sul tipo di facoltà che avrei scelto. Per quanto riguarda la laurea magistrale, ho deciso di continuare con il percorso che avevo iniziato alla triennale in Economia e Commercio perché volevo soprattutto approfondire alcune materie che mi avevano più “affascinata”, come la Microeconomia e la Macroenomia.

Come consiglieresti di approcciarsi ai ragazzi che si interfacciano alla tua stessa facoltà?

Il consiglio che mi sento di dare è di essere sempre curiosi e, allo stesso tempo, non aver paura di sbagliare o di alzare la mano e porre domande ai docenti, perché è in queste occasioni che si riesce ad imparare veramente tanto. Consiglio anche di non vivere l’esperienza universitaria con ansia o tensione perché è uno dei più bei periodi della vita.

 Una volta terminato il tuo percorso magistrale in Economia e Commercio, notiamo che hai conseguito un Master in Finanza Avanzata e Risk Management presso IPE. Perché proprio in questo ambito?

 Da un lato desideravo guardare qualcosa di diverso rispetto a tutto quello che avevo studiato all’università, dall’altro volevo “arricchirmi” grazie all’esperienza IPE e al Network che la Business School è riuscita a creare in tutti questi anni di attività.

Conseguita la laurea magistrale, ritieni sia necessario specializzarsi ulteriormente?

 Si tratta sicuramente di una scelta personale; a mio parere, l’ulteriore specializzazione può permettere di intraprendere strade che altrimenti rimarrebbero chiuse. Credo che, in alcuni casi, con la “sola” laurea magistrale si abbia la sensazione di non avere una formazione completa, soprattutto perché, spesso, il sistema universitario è troppo legato al nozionismo e poco agli aspetti più pratici e operativi. Inoltre, una specializzazione post lauream può avere un grande impatto sul proprio curriculum e sulla propria carriera professionale. Ovviamente, però, bisogna saper scegliere il percorso più adatto alle proprie esigenze.

Quanto ti sono tornati utili i project work e le opportunità di stage offerti da IPE? E a quali hai preso parte?

In generale, quella dell’IPE è un’esperienza che rifarei altre mille volte, perché si crea un forte network tra le persone e perché è un percorso che fa crescere tanto a livello personale e umano. Il project work è un’attività impegnativa e utilissima, dato che mi ha preparata al mondo del lavoro. In generale tutte le opportunità di lavoro offerte dall’IPE, siano esse di stage o di altro tipo, sono validissime: le aziende partner dell’IPE sono tra le più importanti e conosciute e rappresentano una buona “palestra” per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro.

Personalmente, ho preso parte al project work con PWC e, dopo una serie di colloqui con diverse aziende, ho deciso di accettare l’offerta da parte di Avantage Reply.

Ad Aprile 2018 hai ottenuto una certificazione in lingua inglese presso la IELTS Academic. Che differenza c’è con il Cambridge?

A differenza del Cambridge, l’ IELTS è generalmente richiesto per candidarsi per un lavoro oppure per essere ammessi ad una università straniera ad esempio.

Quanto conta la conoscenza della lingua inglese in ambito lavorativo?

Conta molto. Personalmente, durante entrambe le mie esperienze lavorative, ho sfruttato la mia conoscenza della lingua inglese sia per scrivere paper focalizzati su temi di risk management sia per partecipare a riunioni in cui erano presenti anche rappresentati dell’azienda a livello “global”.

Per circa 2 anni e mezzo hai lavorato presso Avantage Reply. Di cosa ti occupavi?

Avantage è una delle società appartenenti al Gruppo Reply e si occupa di consulenza in ambito risk management. Nella sede di Roma, dove mi trovavo, ci si occupa di gestione del rischio di credito e si fornisce supporto sia ad istituti bancari che assicurativi. Nell’ultimo anno di esperienza in Avantage, in particolare, ho seguito progetti per un importante Gruppo Bancario italiano, che guardavano al lato “patrimoniale” del bilancio bancario e all’impatto della normativa europea/internazionale sui requisiti di capitale delle banche.

Attualmente ti trovi a lavorare come Credit Risk Management per Enel Group. In che cosa consiste?

In Enel faccio parte della macroarea che si occupa di gestione del rischio di credito e, in particolare, dell’Unità “Data Driven Process”, il cui obiettivo è garantire che i dati guidino i processi del Credito e le decisioni strategiche prese dal Top Management. Questo vuol dire conoscere i processi aziendali, capire dove e come intervenire e diffondere, tra le diverse aree del Credito e non solo, una filosofia “data driven”.

Che differenze hai riscontrato tra i due ruoli che hai svolto?

Il percorso in Avantage è stato prezioso per me perché anche nell’area Credito di Enel si lavora per obiettivi, esattamente come in consulenza. Quindi trovo che le due esperienze siano molto simili per vari aspetti: la gestione della pressione e delle scadenze, la possibilità di imparare tanto ogni giorno, il confronto con gli altri colleghi. Probabilmente, l’unica differenza sta nel fatto che, non lavorando più come consulente esterno, riesco a comprendere meglio tutti i processi aziendali potendoli guardare non più parzialmente ma a 360 gradi.

Ognuno di noi ha delle aspettative sul lavoro che si troverà a svolgere una volta terminato il percorso di studi… Le tue aspettative hanno rispecchiato la realtà?

      Mi ritengo molto soddisfatta di quello che ho costruito finora. La mia aspettativa è          sempre stata quella di lavorare in un campo che rispecchiasse ciò che avevo studiato all’università, che mi desse sempre la possibilità di esprimermi e imparare e che mi rendesse appagata, perciò sì, direi proprio di aver realizzato le mie aspettative anche se sono solo all’inizio.

Sia durante il periodo che hai trascorso presso Avantage Reply che attualmente per Enel ti sei trasferita a Roma. Vivere nella capitale ha i suoi vantaggi? Se ne avessi la possibilità, torneresti in Campania?

A parte la bellezza indiscutibile di Roma, credo che il suo più grande vantaggio sia la possibilità di conoscere gente da tutto il mondo e la possibilità di cambiare, di sfruttare le opportunità che la città offre e crearsi un futuro “su misura”.

Sento spesso la mancanza di Napoli (e credo che nessun’altra città possa eguagliarla), e della mia famiglia, ma, per adesso, non ci tornerei visto che la mia vita personale e professionale ormai è a Roma. Per un futuro, chissà…

Parlaci della tua routine.

Le mie giornate, come si può immaginare, sono occupate in gran parte dal lavoro. Sto continuando a lavorare da casa da quando è scoppiata la pandemia, inizio alle nove (talvolta anche prima se necessario) ma la fine della giornata non è “programmabile”, dipende sempre da quanto c’è da fare, perché spesso emergono attività non pianificate ed urgenti. In generale, però, quando stacco dal lavoro, prendo del tempo per me e lo dedico a corsette o passeggiate al parco, alla lettura o alla cucina.

In seguito alla pandemia da Covid-19, hai notato cambiamenti significativi nel settore in cui lavori? Se si, in quale direzione?

Mi ritengo molto fortunata perché, anche con la pandemia, non ho mai smesso di lavorare. Sia quando ero in Avantage che adesso in Enel non ho notato significativi cambiamenti a livelli di mole di lavoro o attività da svolgere, c’è sempre molto da fare. La differenza principale è la mancanza di relazioni dirette con i propri colleghi, ma per fortuna ci sono strumenti che permettono di ridurre le distanze e portare avanti il proprio lavoro anche confrontandosi con gli altri.

Pensando al futuro, ti piacerebbe continuare in questo settore oppure hai altre aspirazioni?

Credo di aver trovato il mio habitat, mi piace quello che faccio e penso sia il giusto risultato dopo tanti anni di studio e di impegno.

C’è qualche modello a cui ti ispiri? Vorresti diventare anche tu un modello da seguire per gli altri?

Potrebbe sembrare una risposta banale ma il mio modello sono i miei genitori: sono persone umili, buone e che si sono costruite con le loro forze. Mi piacerebbe essere un modello per gli altri, perché vorrebbe dire che ho trasmesso loro qualcosa di positivo… ne sarei molto orgogliosa!

Intervista a cura di: Ludovica Guadalupe Baccelliere; Maria Francesca Martino; Daniele Muccio

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