Lagarde sulle criptovalute: “Deve esserci una regolamentazione”

La presidentessa della BCE si è espressa sul tema delle criptovalute e ribadisce la necessità di una regolamentazione che limiti i fenomeni speculativi

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Bitcoin, Lagarde e l’eccessiva volatilità :

Investire. Rischiare. Speculare. Supporre. Cadere. Rialzarsi. Che il mondo dei mercati finanziari sia sostanzialmente instabile e soggetto a variazioni che solo i più oculati esperti del settore possono tentare di decifrare e, nel migliore dei casi, prevedere, non è certo un mistero. Che poi il vasto ed affascinante universo delle criptovalute, in grado di attirare l’attenzione di migliaia di investitori (accorti e non), porti con sé un coefficiente di rischio altrettanto grande, è quasi scontato.

Questi ed altri spunti di riflessione sono scaturiti dalle dure parole di Christine Lagarde, presidentessa della BCE, che non si è certo risparmiata in convenevoli nell’esprimere le proprie considerazioni riguardo la discussa sfera dei Bitcoin.

Il Bitcoin è un asset speculativo da tutti i punti di vista, se guardiamo ai recenti sviluppi al rialzo e al ribasso, ha ben poco della moneta, non è una moneta. Ha creato alcuni business divertenti e ha facilitato alcune attività poco oneste” parole infuocate quelle che arrivano da Francoforte e che hanno posto l’accento su alcune questioni di estrema attualità legate alle criptovalute.

Per questo…” ha continuato l’economista ed ex-avvocatessa francese “…deve esserci una regolamentazione che possa essere applicata a livello globale, perché se c’è una via di fuga quella via di fuga verrà utilizzata” , evidenziando, con un tono pungente, il fiorire di attività illecite, favorite dall’anonimato delle valute digitali. La BCE ed FCA stanno mettendo in guardia gli investitori e stanno lavorando affinché si riesca a raggiungere, nel tempo, la tanto sperata “regolamentazione” a cui la presidentessa ha più volte fatto riferimento.

La autorità sono costantemente allertate dalle numerose attività di riciclaggio difficili da monitorare proprio a causa delle “vie di fuga” di cui la stessa Lagarde ha parlato.

Altro elemento più marginalmente trattato dalle sue parole è quello dell’estremo rischio cui sono soggetti gli investitori a causa dei costanti “sbalzi” dell’andamento delle criptovalute, conseguenza di un indice di volatilità (che rappresenta la misura della variazione percentuale del prezzo in un mercato di riferimento, ndr) troppo alto. L’avvertimento, in questo senso, è quello di essere pronti a perdere tutto e a ricominciare qualora se ne avesse il coraggio e la possibilità.

Bitcoin, la Financial Conduct Autority e il “lunedì nero”:

Anche la FCA, celebre organismo di regolamentazione finanziario della Gran Bretagna che opera indipendentemente dal governo inglese ed è finanziato dalle tasse o dalle emissioni applicate ai broker del trading online, non ha mancato di prender parte a questa moderata “invettiva” partita da Francoforte, assumendo, peraltro, una posizione non distante da quella della presidentessa Lagarede.

Investire in criptovalute, o investimenti e prestiti ad essi collegati, generalmente comporta l’assunzione di rischi molto elevati con il denaro degli investitori” hanno esordito di referenti della Financial Conduct AuthoritySe i consumatori investono in questi tipi di prodotti, dovrebbero essere pronti a perdere tutti i loro soldi”.

Il messaggio è chiaro.

Per quanto un’attività legata al mondo delle criptovalute possa rappresentare un’occasione ghiotta per un ampio ventaglio di potenziali utenti (da infallibili professionisti ad impazienti principianti), il coefficiente di rischio resta pericolosamente elevato e la prospettiva di veder bruciati tutti i propri investimenti non è poi così remota.

A dimostrazione di questo instabile comportamento, degno di nota è l’ormai noto (almeno tra gli addetti ai lavori) “lunedì nero” di Bitcoin, identificabile con l’11 gennaio scorso, data in cui, a seguito del raggiungimento dell’ambita quota di 40000 dollari, è stato registrato un crollo del 28% (che, va precisato, a detta degli esperti non è neanche il peggiore di quelli a cui si è già avuto modo di assistere o a cui si assisterà).

Si stima un nuovo rialzo, ma questo “temperamento pazzo ed imprevedibile” è tutt’altro che rassicurante per chi ha deciso di indirizzare parte del proprio patrimonio nelle criptovalute.

Bitcoin, il caso Thomas e di una password da 220 milioni:

Per quanto misterioso e controverso possa sembrare il mondo dei Bitcoin, nulla potrà lasciare a bocca aperta i curiosi più dello strano caso Thomas: sembrerebbe il titolo di un film, costruzione artefatta di una storia sviluppata dalla mente umana, eppure è realtà. Il programmatore tedesco Stefan Thomas detiene un portafoglio elettronico di circa 7000 bitcoin (l’equivalente di 220 milioni di euro), non ricorda le credenziali di accesso ed ha solo altri due tentativi disponibili, falliti i quali vedrà svanire nell’etere un’immensa quantità di denaro.

Un aneddoto simpatico, forse anche vagamente divertente, ma che fa riflettere sulla natura estremamente volatile delle criptovalute.

A cura di Mario De Vito

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