La crisi dei grandi vettori aerei: indebitamenti per 120 Mld.

La crisi derivante da Covid-19 ha profondamente colpito tutto il settore del turismo, con particolare riguardo all’aviazione civile. Lufthansa, a rischio bancarotta, ha dovuto accettare l’ingresso statale nel capitale sociale, concedendone ben il 20%.

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In questi mesi di crisi sanitaria uno dei settori più colpiti, probabilmente il più colpito anche a lungo termine, è stato senza dubbio il turismo.

Aeroporti chiusi, stazioni ferroviarie, porti, mobilità internazionale e nazionale ridotta al minimo indispensabile per evitare gli spostamenti di grandi masse di persone e, di conseguenza, l’espansione del contagio pandemico.

Nell’indotto del turismo, il settore dell’aviazione civile di linea, rappresenta una fetta importantissima di introiti: le compagnie aeree, se ben gestite, portano guadagni miliardari e creano il presupposto per un turismo dinamico e, fino al mese di febbraio, in continua espansione. La riduzione quasi totale dei trasporti ha condotto le compagnie aeree verso una crisi profonda, con milioni di voli cancellati da rimborsare. L’indebitamento totale del settore aereo è salito di 120 miliardi di dollari rispetto al periodo pre COVID: di questi, 67 sono debiti per aiuti statali, 23 per debiti bancari, 18 per debiti obbligazionari, 5 per vendita di asset e 6 per facilitazioni creditizie.

L’associazione internazionale delle compagnie aeree aveva stimato che senza aiuti statali il settore non sarebbe sopravvissuto, avanzando richieste per 200 mld di dollari in aiuti. Oggi gli aiuti statali si assestano sui 67 mld di dollari, questo dovuto alla riduzione delle richieste delle compagnie per paura di un ingresso pubblico nella struttura aziendale. È il caso di Lufthansa, che dopo settimane a rischio bancarotta, ha accettato la proposta dello stato tedesco di un’entrata nel capitale per il 20% dello stesso, oltre al posizionamento di 2 membri nel Board; la promessa però, è che una volta finita l’emergenza la quota pubblica venga ceduta. L’azienda ha registrato perdite per 2,1 mld di euro nel primo trimestre 2020, su cui pesano enormemente i rimborsi dei biglietti cancellati.

La dimostrazione che questa crisi colpisce aspramente tanti settori fondamentali è questo calo della più sana compagnia aerea al mondo, si prevede che possa tornare ai livelli pre crisi nel 2023. Impensabile solo 3 mesi fa. 

a cura di Andrea Crispino

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