ANGELA GELLI : Dalla Federico II alla BCE

Angela si è laureata in Ecomics and Finance alla Federico II e da subito ha avuto le idee chiare sul suo futuro, tanto che ha avviato la sua carriera lavorativa presso la BCE.

Cosa ti ha spinto a scegliere la facoltà̀ di Economia e Commercio?

Trovo che il corso di laurea in Economia e Commercio dia delle ottime basi per capire le dinamiche economiche di cui si sente parlare ogni giorno e che ci permettono di essere parte attiva nella società. È sicuramente un perfetto punto di partenza per poter arrivare a lavorare nell’ambito economico/finanziario, che è quello che mi è sempre interessato fin dalle scuole superiori. È questo che mi ha spinto a scegliere questa facoltà quando è arrivato il momento di iniziare a costruire il mio futuro e ad oggi non posso che essere felice di aver seguito quella strada.

Durante il tuo percorso universitario quali esami ti hanno ispirato maggiormente? E perché?

Durante il primo anno il corso di Microeconomia mi ha totalmente conquistata. Il professore, che poi ho scelto come relatore per la prova finale, riusciva a catturare la mia attenzione per tutta la lezione. Per me era affascinante capire il comportamento di ogni singolo agente che opera nell’economia. Iniziavo finalmente a razionalizzare le scelte economiche che ognuno di noi faceva ogni giorno (Perché si consuma? Perché si investe? perché le imprese fissano un prezzo piuttosto che un altro?).

La Statistica poi, come la Microeconomia, mi ha aiutato a dare un senso a quello che vedevo succedere intorno a me. Nella statistica si osservano fenomeni che potrebbero sembrare casuali e si dà un’interpretazione a quella che invece casualità non è. E per me non c’era nulla di più concreto.

Cosa consiglieresti agli studenti che affrontano il tuo stesso percorso di studi triennale?

Di non aver paura di mettersi alla prova, e di non precludersi opportunità che sembrano fuori dalla loro portata, perché sono quelle che li arricchiranno di più. È importante credere in quello che hanno scelto di fare, perché durante il percorso universitario si troveranno davanti difficoltà che solo con una giusta dose di motivazione e passione riusciranno a superare.

Cosa ti ha spinto a scegliere la magistrale in Economics and Finance?

Durante la triennale avevo già dato alcuni esami in inglese e per me aveva senso continuare un percorso che potesse rendermi competitiva a livello internazionale, dal momento che il mio obiettivo era quello di fare esperienze all’estero. La Laurea Magistrale in Economics and Finance (LMEF) però mi ha dato tanto altro: mi ha insegnato il valore del lavoro di squadra e del sacrificio (il famoso lavoro “under pressure”). Ero circondata da colleghi che mi stimolavano a dare il massimo e da professori che rappresentano l’eccellenza delle facoltà umanistiche della Federico II e non.

Quali sono state le maggiori difficoltà riscontrate durante il tuo percorso universitario? Come le hai superate?

I due anni di magistrale sono stati sicuramente i più difficili e intensi del mio percorso universitario. Tutti i corsi avevano un forte contenuto quantitativo, l’anno accademico si divideva in trimestri e alla fine di ogni trimestre affrontavamo la “Exam Week” (4 esami in 5 giorni). Eravamo messi continuamente sotto pressione dai professori con delle prove intermedie e sono convinta che la cosa che mi ha permesso di “sopravvivere” a tutto questo sia stato il gruppo di studio creato con i miei colleghi. Abbiamo affrontato le difficoltà degli esami insieme ed eravamo talmente affiatati che i pomeriggi in università volavano tra una funzione macroeconomica e una risata. Questo per me è stato determinante per capire quanto sia importante lavorare in team.

Durante il percorso magistrale hai aderito al percorso Erasmus in Germania, in che modo ti ha cambiato questa esperienza a livello personale?

L’Erasmus mi ha insegnato ad uscire dalla zona di comfort in cui tutti vorremmo rimanere per sempre. Dovevo fare i conti con una realtà – quella tedesca – lontana da quella a cui ero abituata a Napoli. Ho cambiato stile di vita, mi sono adattata ad una lingua che non conoscevo, il rapporto con i professori all’università era molto diverso. Con questa esperienza sento di aver imparato in generale a gestire i cambiamenti nella mia vita.

In cosa consiste il ruolo che ricopri attualmente presso la Banca Centrale Europea?

Attualmente lavoro come Supervision Analyst nel Meccanismo di Vigilanza Unico (MVU), il sistema europeo di vigilanza bancaria che comprende la BCE e le autorità di vigilanza nazionali dei paesi partecipanti (in Italia é la Banca d’Italia). Faccio parte di un team che si occupa di seguire le operazioni giornaliere di una banca. Questo consiste nell’analizzare i rischi legati alle attività ordinarie e straordinarie di una banca, come quelli legati all’emissione di credito o, negli ultimi anni, i rischi climatici, relativi alla transizione ad un’economia a basse emissioni di carbonio.

Com’è lavorare in una realtà come la B.C.E?

In questi due anni mi sono interfacciata con CEO di banche significative, manager di diversi dipartimenti all’interno della BCE e delle banche nazionali. Condivido questa esperienza con tanti altri ragazzi che come me stanno costruendo le basi per il proprio futuro e che hanno diverse esperienze e ambizioni. Tutto questo rende la BCE un ambiente pieno di stimoli per crescere e imparare. É, sia professionalmente che personalmente, un’ottima realtá in cui trovarsi. Incoraggia le relazioni sociali e allo stesso tempo ti dá modo di imparare e di farti sentire parte di un sistema che lavora per l’Europa.
Un altro punto di forza della BCE è che dà l’opportunità nel corso della carriera di sviluppare competenze personali e professionali. Offre infatti moltissimi training sia job-specific, che per sviluppare soft skills e IT skills.

Com’è stato il tuo primo impatto nel mondo del lavoro e in che modo ti hanno arricchito le prime esperienze lavorative?

Io ho iniziato il mio lavoro in BCE a Maggio 2020, quando ancora si pensava che dopo poche settimane la pandemia ci avrebbe lasciato tornare a lavorare in ufficio e a condurre la vita di prima. Non è stato l’inizio che aspettavo da tempo, ci sono state difficoltà dovute al fatto che nessuno era abituato a lavorare in smartworking, c’erano continui problemi di connessione ed eravamo tutti provati da quello che stava succedendo nel mondo. Per fortuna i miei colleghi non mi hanno mai fatta sentire esclusa dal gruppo, ho avuto un mentore che mi seguiva e mi aiutava con qualsiasi dubbio relativo alle task su cui lavoravamo, e ho iniziato a costruire un network (online) di ragazzi che come me avevano iniziato a lavorare nella cameretta d’infanzia.
Ho lavorato da casa per un anno e mezzo e solo sei fa mesi mi sono trasferita a Francoforte e sono riuscita finalmente a vedere il mio ufficio. Ricorderò per sempre il giorno in cui ho conosciuto di persona i miei colleghi e il momento in cui ho visto la targhetta con il mio nome sulla porta dell’ufficio.

Quali sono al giorno d’oggi le skills necessarie che un neolaureato deve possedere e che gli garantiscano una marcia in più?

Il mercato del lavoro ultra-competitivo in cui ci troviamo oggi ci porta sempre piú a pensare che le skills tecniche siano l’unica cosa da possedere per poter andare avanti. Le technical skills sono sicuramente importanti – le competenze digitali si stanno rivelando sempre più decisive – ma non sono tutto. È importante infatti sviluppare una serie di competenze che ti permettano di riuscire ad interagire con l’ambiente che ti circonda. Tra queste citerei il saper comunicare, l’essere in grado di adattarsi all’organizzazione e al contesto lavorativo, e l’empatia.

Da studente ti eri prefissata degli obiettivi? Se si, ritieni di averli raggiunti?

Quando ero all’università non vedevo l’ora di sapere cosa sarebbe successo dopo e mi informavo sulle possibili strade che avrei potuto intraprendere. Quando poi sono venuta a conoscenza dell’opportunità in BCE, che è arrivata prima della laurea, mi sono detta che era il momento di cogliere quella fantastica occasione. E così è stato.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

L’obiettivo per ora è quello di continuare a accrescere le mie competenze professionali nell’ambito bancario con esperienze all’estero e non. Vorrei riuscire a rimanere in una realtà dinamica e stimolante come quella in BCE, che mi permetta di crescere e che creda nelle mie abilità. Nel frattempo continuo a migliorare il mio tedesco, che ho iniziato a imparare da qualche mese: un’altra skill su cui ho deciso di investire per il mio futuro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *