VIOLENZA ECONOMICA: UN CONTROLLO INVISIBILE

Una forma di abuso ancora poco conosciuta, ma molto diffusa che bisogna immediatamente contrastare.

Il 25 novembre di 60 anni fa, tre giovani sorelle rispettivamente di 25, 36 e 34 anni uscivano di casa per andare a far visita ai propri mariti che si trovavano in carcere perché dissidenti politici. Non fecero mai ritorno. Durante il tragitto, quando con la loro macchina imboccarono un ponte al nord del paese, le si posizionarono davanti tre soldati, obbligando l’auto a fermarsi e a loro di scendere. Le tre donne furono prima divise e poi portate in un luogo sperduto, dove vennero brutalmente picchiate, stuprate e infine strangolate. I sicari avevano l’ordine di far apparire la loro morte come un incidente stradale, così i corpi senza vita furono rimessi in macchina, che fu distrutta in modo da simulare l’impatto. Era il 25 novembre del 1960.                                                                                                                                

Le donne vennero uccise per un motivo ben preciso: erano delle attiviste politiche molto esposte, organizzavano riunioni e comitati per dare vita ad un fronte di opposizione, e in cambio vennero perseguitate e torturate.                                                                        

Ora voi sicuramente starete pensando “Si ma stiamo parlando del 1960”, è vero, ma io ora vi rispondo, che ogni donna, almeno una volta si è sentita dire “ma cosa ne puoi sapere tu?”, “ma tu sei una ragazza, cosa ne capisci di queste robe da uomini”, e siamo nel 2021.                                                                                                                                            Ad oggi siamo tutti consapevoli dei numeri esorbitanti delle donne che subiscono abusi, ma non si parla solo di maltrattamento fisico o sessuale, c’è un altro tipo di violenza meno conosciuta e altrettanto brutale, quella economica.

Violenza economica, di cosa si tratta:

Più difficile da definire, più subdola da stanare, la violenza economica è una forma di sopruso vera e propria (punibile secondo l’articolo 612 bis del Codice Penale) che sfrutta il denaro come strumento di potere per abbattere le basi della nostra indipendenza. E’ un abuso che si serve della mancanza di conoscenza o di interesse economico da parte delle donne ed avviene, dunque, solitamente all’interno delle mura domestiche, ma non solo da parte del marito/compagno ma anche da parte del padre verso una figlia o di un fratello nei confronti della sorella.                                                      
La maggior parte delle volte la vittima lascia il lavoro ingenuamente fidandosi del carnefice, ritrovandosi, così, a dipendere economicamente da lui. La donna quindi, è nelle condizioni in cui non è più autonoma di comprare qualcosa per se o per i suoi figli, ed essere umiliata nel dover rendere conto di quello che ha speso per filo e per segno (con tanto di testimonianza di scontrini, se no son guai) al proprio aguzzino. Se non peggio, molte volte si ritrovano indebitate fino al collo e non sanno neanche perché.

Per l’indipendenza economica progetti concreti:

Gli uomini che attuano questo tipo di violenza generano una forma di controllo che impedisce l’indipendenza economica della donna ed oggi, 25 novembre, le ministre Catalfo e Bonetti hanno riconosciuto l’importanza di contrastare questo tipo di abusi. A questo proposito, si stanno studiando una serie di interventi da portare avanti con le Regioni, come, per esempio, quello sulla formazione mirata all’inserimento lavorativo.                                                                                                                              

C’è un altro progetto fondato da più di un anno: lo Sportello “Mia Economia” di Fondazione Pangea Onlus, che aiuta le donne vittime della violenza economica facendo prima riconoscere ed affrontare l’abuso e poi fondando l’auto mutuo per le donne che vivono questa situazione. Tra le donne prese in carico, sei avevano un proprio reddito, che però veniva controllato esclusivamente dal marito, tutte le altre dipendevano economicamente dal partner. Quarantasei donne hanno dichiarato di avere beni in condivisione con il marito, sedici hanno diritto all’assegno di mantenimento ma non lo ricevono, undici hanno riscontrato di avere dei beni intestati senza poterne usufruire o si sono fatte utilizzare per fare da copertura per società o aziende e, infine, ciliegina sulla torta, quattordici sono risultate morose senza esserne a conoscenza.

Se ne parla poco, eppure la Violenza Economica è tra le più diffuse ed è quella che impedisce, molte volte, ad una donna di lasciare un uomo violento, di salvare i suoi figli o di rifarsi la vita che merita.

A cura di Maria Francesca Martino.

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